L’Istituto nazionale tributaristi (Int) ha inviato una nota ai membri della commissione attività Produttive della Camera, dove si stanno svolgendo le audizioni sul super bonus 110%, per evidenziare la necessità di superare l’obbligo del visto di conformità formale.
I motivi della richiesta
Si legge nella missiva « …omissis…Il visto di conformità (di natura fiscale), che si ricorda ha mera valenza formale ed oggi è attribuito ai seguenti professionisti: dottori commercialisti e consulenti del lavoro iscritti nei rispettivi albi ed ai tributaristi iscritti nel ruolo dei periti ed esperti in tributi, costituisce un costo per il contribuente o per la fiscalità generale. Con l’avvento della digitalizzazione dei documenti non ha più motivo di essere applicato poiché va a certificare formalmente documentazione già in possesso dell’amministrazione finanziaria sulle piattaforme digitali. Digitalizzare dovrebbe significare maggiore efficienza e risparmio di costi, l’introduzione del visto di conformità fiscale formale, rappresenta esattamente il contrario…omissis…».
«Mi pare che da più parti si sia evidenziata la necessità di semplificare il super bonus del 110%» dichiara il Presidente dell’Int Riccardo Alemanno «non volendo entrare nel merito delle procedure tecniche che comunque, a detta delle imprese e dei professionisti interessati, devono essere semplificate, ci si è limitati all’aspetto tributario dell’obbligo di apposizione del visto di conformità formale, che attesterebbe la corretta presenza della documentazione necessaria per i benefici fiscali. Che senso ha digitalizzare i documenti ed inviarli su piattaforme della pubblica amministrazione se poi occorre un visto formale per attestarne la corretta presenza, quando ciò può essere fatto consultando la piattaforma digitale?»
La proposta dei tributaristi
«Ovviamente – conclude Alemanno – abbiamo anche fornito soluzioni che garantiscano il controllo, peraltro si potrebbe in ultima analisi chiedere un’autocertificazione al beneficiario. Il visto di conformità formale produce un costo che, rientrando nel beneficio del 110%, ricade sulla fiscalità generale e se, almeno per il visto, ciò si può evitare senza alterarne i benefici non si vedono motivi per eliminare questo adempimento. Si condividono le finalità ecologiche e di sicurezza del 110%, ma potrebbe avere la stessa efficacia ed essere maggiormente sfruttato eliminando alcuni passaggi burocratici».